venerdì 10 dicembre 2010

Azione Universitaria Trani: “Dopo le proteste si contano i danni per gli studenti”



Quest’anno accademico è stato ricco di proteste, a partire dallo slittamento dell’inizio delle lezioni. Le proteste hanno raggiunto il culmine martedì 30 novembre durante l’occupazione del palazzo dell’ateneo e delle facoltà di giurisprudenza e scienze politiche.
Successivamente i manifestanti, ai quali si sono aggiunti gli studenti del politecnico, hanno organizzato un’assemblea svoltasi a Piazza Prefettura.
L’affluenza non è stata costante, in quanto alcuni manifestanti hanno lasciato la manifestazione infastiditi dalla disorganizzazione causata dalla mancata compattezza del gruppo barese.
Le proteste contro la riforma Gelmini sono state a discapito degli studenti e del loro diritto allo studio.
Il nostro allarme era chiaro, sostiene Claudio Scoccimarro, referente di Azione Universitaria Trani: “studenti sarete strumentalizzati da una sinistra che vuole tornare al potere, consolidando la posizione dei baroni”.
Tutto ciò ha provocato disagi per gli studenti, poiché non sono stati adeguatamente preparati per gli esami.
Come studenti universitari ne siamo consapevoli solo adesso a pochi giorni dai primi appelli. Confrontando gli appunti con quelli degli anni scorsi  abbiamo notato che alcune parti del programma non sono state trattate nelle lezioni. Così ci chiediamo: ne è valsa la pena visti i risultati ottenuti?
Noi protestiamo contro un presidente della regione, che sale sui tetti a Roma come uno spazzacamino.
“Il suo atteggiamento da “premier”, conclude Scoccimarro, è da bocciare, dato che invece di difendere il diritto allo studio di tutti gli studenti pugliesi, privilegia i vitalizi dei consiglieri regionali, piuttosto che erogare fondi per la copertura totale degli idonei alle borse di studio.
Noi protestiamo contro gli aumenti delle tasse universitarie, contro l’aumento delle tariffe sui trasporti, contro gli evasori che non permettono a studenti meritevoli di usufruire delle borse di studio, contro i baroni ed i rettori a vita.
Contro questo si protesta, non con chi ha voglia di dare un calcio ad un vecchio sistema universitario che colloca le università italiane agli ultimi posti tra le università europee”.

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