venerdì 18 marzo 2011

FESTEGGIAMO L’UNITA’ D’ITALIA … MA RIFLETTERE NON GUASTA


Nella giornata del 14 marzo si è tenuto un’importante  convegno sull’Unità d’Italia organizzata dai ragazzi di Azione Universitaria nella Facoltà di Scienze politiche nell’aula V. Starace  in cui sono stati invitati tutti gli studenti interessati all’argomento a sostenere un dibattito con tre importanti relatori: il professore Mario Spagnoletti docente di storia contemporanea nella facoltà di Scienze politiche, la professoressa Antonella Musitano  docente di materie letterarie e il dottor Lino Patruno editorialista della Gazzetta del Mezzogiorno. A moderare il dibattito c’era Laura Bienna di Azione Universitaria di Giurisprudenza. Due domande provocatorie hanno interessato l’argomento del convegno: i personaggi dell’Unità d’Italia sono tutti eroi o qualcosa ci è stato nascosto?  Ci sono motivi per festeggiare l’Unità d’Italia? La storia dell’unità d’Italia è stata dipinta come un avvenimento positivo che certamente ha visto nascere non solo il concetto ma anche la realtà di Patria,ma  deve essere doverosamente osservato che molti altri avvenimenti legati al processo dell’unificazione sono stati oscurati e/o messi sotto un’altra luce come ad esempio il fenomeno del brigantaggio nel Mezzogiorno da sempre considerato come un atto antiunitario, in cui i cosiddetti briganti non volevano che avvenisse la stessa unificazione. Tutt’altro. Il fenomeno del brigantaggio, spiega la professoressa Musitano, non fu altro che una lotta di classe, quella dei contadini, che lottavano per avere un po’ di pane e le stesse brigantesse sono da considerare delle eroine perché aiutarono i loro mariti nelle loro lotte prendendo le armi in mano. La storia,però, le ricorda come donne poco affidabili,ridicole e prostitute. E questo non è che un esempio. Inoltre documenti risalenti al 1850, mostrati durante il convegno, provano che in verità il Sud era più ricco del Nord e il regno delle Due Sicilie risultava essere lo stato più ricco di tutta la penisola  sopratutto dal punto di vista economico tanto da non avere un grosso tasso di disoccupazione né un grosso tasso di povertà. Con la formazione dello Stato unitario, il Sud fu sommerso da trentasette nuove tasse (come quella sulla liberazione dai Borbone), emanate dalla monarchia sabauda, che contribuirono al suo impoverimento e permisero al Nord di arricchirsi e di industrializzarsi. Infine il dottor Patruno, da sempre appassionato della storia del nostro Risorgimento, ha esortato a far si che la verità venga a galla e conclude dicendo:”Nei momenti cruciali della storia d’Italia molto fu censurato ed è per questo che festeggiare il 17 Marzo 1861 significa prendere un impegno di riflessione” Anche noi di Azione Universitaria invitiamo tutti gli studenti a festeggiare si l’Unità della nostra Patria; a ricordare e onorare tutti quei giovani che ci credevano veramente e che sono morti perché si vedesse un’Italia, una e indivisibile, a cantare l’inno di Mameli, quell’inno che ci unisce davvero e che fu scritto da un ragazzo appena ventenne che perse la vita per aver composto il suo,il nostro inno … ma anche a riflettere su queste verità che per secoli sono state nascoste e che ci riguardano  più da vicino.


                                                                                               Umberto Antonacci
                                                                                      Referente di AU Lettere

lunedì 14 marzo 2011

Movimento Studentesco Nazionale: “Grande soddisfazione, per la Domenica in Piazza dedicata all’Unità d’Italia”


"Una manifestazione in piazza per l’orgoglio della nostra Italia", con questo spirito i ragazzi del Movimento Studentesco Nazionale Trani sono scesi in piazza oggi.
“C’è stata grande soddisfazione tra i ragazzi, era la prima volta che scendevamo in piazza e non ci aspettavamo una simile partecipazione da parte della gente, abbiamo creato una coreografia di bandiere tricolori davvero affascinante” afferma Erika Giannotti referente del M.S.N. Trani.
I ragazzi hanno reso partecipi i passanti mediante un questionario, consapevoli che il modo migliore per parlare d’Unità d’Italia fosse coinvolgere i cittadini, chiedendogli cosa pensassero della situazione attuale del nostro paese e quale fosse il loro auspicio per il futuro.
In piazza era presente anche una bacheca su cui sono state riportate decine di messaggi.
“Molti inquadrano una situazione in parte critica" conclude Giannotti "ma la speranza di credere in un futuro migliore e di combattere per ottenerlo è viva più che mai”.
“Estenderemo la manifestazione anche in altre città italiane" afferma Claudio Scoccimarro dirigente nazionale "perché l’intento è quello di creare un momento di simbiosi totale tra tutti gli italiani.
Vedere tanti ragazzi non ancora maggiorenni con un tricolore al collo, con un simile entusiasmo e con grande passione, sottolinea che il valore dell’unità nazionale deve essere alla base di un nuovo risorgimento che vedrà come protagonista la nostra generazione”.

domenica 6 marzo 2011

Il Movimento Studentesco Nazionale incontra: " Fabrizio Sotero, delegato alle politiche giovanili del comune di Trani"

All’indomani dell’incontro del Movimento Studentesco Nazionale, sezione di Trani, di lunedì 13 dicembre ’10, è possibile, dopo un lavoro costruttivo durato già 3 mesi, iniziare a trarre le somme di quello che è il continuo lavoro che l’intero gruppo sta facendo.
Un esempio significativo è la riunione di lunedì, iniziata con l’incontro con il delegato alle politiche giovanili del Comune di Trani Fabrizio Sotero, il quale ha entusiasmato e coinvolto i giovani del Movimento Studentesco facendo un brillante excursus nella storia del Risorgimento italiano, sottolineando l’importanza del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Egli ha volutamente ricordato l’importanza della Carboneria, svelando un curioso particolare della nostra Trani, inoltre ha sollecitato gli animi a riflettere e riprendere il valore della patria italiana, valore il quale tutti i giovani possiedono ma che sembra ai giorni nostri dimenticato.
Il dibattito affascinante che n’è scaturito ha toccato temi quali la presenza degli immigrati, in continua crescita in Italia, i quali sono soliti trasferire nel nostro territorio le loro diverse usanze.
Noi popolo Italiano, infatti, nel rispetto del loro folklore, sembriamo allontanare quelli che sono i veri valori della nostra costituzione e tutte le tradizioni che ci appartengono.
Si è giunti alla conclusione, che ciò accade perché cerchiamo di porre a loro agio gli immigrati, annullando o facendo sentire meno quelle che sono le nostre usanze proprio per non fargli sentire esclusi o estranei alla nostra nazione.
A seguire si è discusso della globalizzazione, che sembra per l’appunto “Inglobare” tutti gli italiani in un unico “mega-stato” mondiale, con le stesse tradizioni, modi di fare e usanze.
Certamente, nel 2010 con l’avvento dell’era tecnologica è semplice per noi giovani comunicare con una persona che si trovi anche dall’altra parte del mondo e si deduce quindi quanto sia facile l’unione culturale di due persone diverse, che abitano a migliaia di km di distanza, eppure si è evinto dal dibattito che questo non è sempre un punto di forza per le nuove generazioni.
Questo perché, tra la continua fusione di diversi modi di fare e di vivere, il tipico ragazzo italiano non ha più idea di quale siano i tradizionali costumi della propria Italia o della città italiana in cui vive. Ciò genera spaesamento.
Non a caso, è stato sottolineato l’importanza anche del vernacolo della propria città, infatti per esperienza, tra i nostri coetanei riconosciamo che molti di loro non sanno minimamente ne parlare né tantomeno tradurre ciò che un signore anziano, che vive da sempre nella sua città, in dialetto dice.
Questo infatti scuote fortemente l’animo di tutti i ragazzi, perchè ci si rende conto di come noi giovani siamo già poveri di tradizioni e costumi della nostra città, figuriamoci delle tradizioni dell’intero paese italiano.
Alla fine dell’incontro, i partecipanti si sono sentiti appagati dell’incontro così profondo e reale, dall’unione di tante giovani menti che finalmente si confrontano faccia a faccia e non più in una piazza virtuale dietro ad un pc.
In conclusione della riunione infine, è avvenuta la consegna delle tessere nominali per l’iscrizione al Movimento Studentesco Nazionale, sezione di Trani, che darà ai possessori non solo la possibilità di frequentare la sede in qualsiasi momento, ma gli stessi avranno anche la possibilità di usufruire di alcune sovvenzioni dovute ad accordi tra alcuni commercianti di Trani con i referenti del Movimento.
Per finire è avvenuta in maniera democratica l’elezione di un referente cittadino, che sia la voce portante del Movimento: dopo le elezioni, i voti erano in gran numero per la studentessa Angela Erika Giannotti, attiva partecipante dell’associazione.
Dopo la notizia, il nuovo presidente, entusiasta ha ringraziato i partecipanti e ha annunciato che cercherà di essere all’altezza di tale referenza, assumendosi tutte le responsabilità del suo operato, ovviamente supportata da tutti gli attivisti del Movimento Studentesco Nazionale Trani.

Manuel Bruni

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Lista appunti Ingegneria Edile
-Appunti di scienza delle costruzioni
-Appunti di Legislazione

Inoltre a rikiesta abbiamo appunti di psicologia, lingue, economia  ed altri d' ingegneria e lettere..

stiamo lavorando x voi...;-)

P.S.
inutile dirvi che chiunque voglia partecipare nell'ampliare la nostra lista appunti ci contatti..

Immigrazione… ultimamente troppo frequente

Il fenomeno dell’immigrazione colpisce l’Italia con gran foga e sembra non voglia mai cessare in questi ultimi giorni. Lampedusa ha riscontrato pesanti pressioni a causa dei flussi migratori provenienti dalla Turchia e dalle coste del sud mediterraneo. Questo ha fatto smuovere il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che ha chiesto aiuto all’UE per sanare economicamente i paesi in “emergenza immigrazione”.
Le vicende in Italia, però, non finiscono qui, ma dilagano per tutto il paese registrando statistiche di popolazione immigrata pari al 35,0% nel nord-ovest, 26,8% nel nord-est, 25,2% nel centro e 13,0% nel sud e nelle isole, il più delle volte creando disagi che vengono avvertiti dai concittadini italiani e che gravano già la situazione abbastanza precaria laddove c’è meno lavoro e ci sono meno risorse economiche.
I dati ISTAT registrati nel corso del 2010 sono assai consistenti tenendo conto che il numero di stranieri in Italia va oltre i 4milioni e mezzo, ovvero il 7,5% circa della popolazione italiana. Chiaramente in costante aumento nei prossimi anni, si pensa.
Facendo riferimento al sud, le zone invase da questi malcapitati che giungono in Italia clandestinamente, a causa delle pessime condizioni di vita o a causa della dittatura sanguinaria di governatori autoritari (ora Gheddafi), sono luoghi pubblici come stazioni, piazze e quant’altro, che spesso non controllati da unità giudiziarie e dell’ordine e abbandonati a loro stessi. Prendendo il caso della vecchia fabbrica del legno in via Giuseppe Verdi in Trani dove a distanza di anni ci sono testimonianze di un “traffico mattutino” di “Rom” che va dalla zona circostante fino alla fabbrica provocando spesso maldicenze della zona e mettendo i residenti in uno stato quasi di timore. Restando in ambito cittadino anche la stazione di Trani sembra che sia ormai in una situazione di degrado visto che sta diventando covo di zingari e senzatetto anche di cittadinanza italiana.
Non si possono discriminare dal lato sociale tutte queste persone ma si possono prendere in considerazione leggi ordinarie vigenti in Italia che tutelino queste categorie e aggiungere più controlli da parte delle forze dell’ordine.  

Francesco Rana