sabato 19 novembre 2011

Commissaria la democrazia o scelta necessaria?

Ciò che non era riuscito alla magistratura, alla sinistra, ai girotondini, ai Santoro, Travaglio, al popolo viola, è riuscito a Mr. Spread. 12 novembre 2011, Silvio Berlusconi si dimette ed il governo di centrodestra va in soffitta.
Prima di entrare nel merito nel mio personale pensiero sulla crisi di Governo (in queste ore ormai risolta) provo a spiegare chi è questo fantomatico e potente mostro che è riuscito a realizzare l’inimmaginabile. Ebbene, spread significa “ampiezza”, “apertura”, “forbice” e viene usato oggi per definire la differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi, benché possa applicarsi a diverse coppie paragonabili. In sostanza, gli Stati mettono sul mercato, con aste periodiche, un certo numero di titoli obbligazionari per avere liquidità dai mercati finanziari e potere così finanziare il debito pubblico. Nel caso della nostra Italia stiamo parlando dei BTP (Buoni del tesoro Poliennali), che, due volte al mese, vengono messi all’asta dalla Banca d’Italia. Hanno scadenza a tre, cinque, dieci, quindici, e trent’anni.
Lo stato italiano promette all’investitore che, se investirà sul suo debito pubblico (se gli presterà dei soldi), riavrà interamente il suo capitale alla fine del periodo stabilito e in più, prima della scadenza, gli verranno corrisposte periodicamente alcune “cedole” di rendimento. E’ proprio su questo rendimento che si misura lo spread.
Oggi lo spread tra i BTP decennali e i Bund tedeschi (obbligazioni dello stato tedesco, particolarmente solide e per questo utilizzate come riferimento per le nazioni europee) rappresenta l’elemento di maggior preoccupazione sullo stato della nostra economia.
 La differenza di rendimento tra BUND e BTP pocanzi citati è decisa dal mercato: chi vuole investire nelle obbligazioni italiane pensa di correre più rischi rispetto ad un investimento con quelli tedeschi, per il peggior stato delle finanze italiane e quindi vuole un rendimento più alto. Dunque si è determinata una crisi di fiducia nei confronti dell’Italia. Ecco, appunto la causa dei nostri mali.
Questo però è solo ciò che racconterebbe un cronista.
A mio avviso c’è di più. Mi sto chiedendo da molti giorni chi avesse fatto il nome di Mario Monti, ma non riesco a darmi una risposta, questo nome è venuto giù dalle nuvole, introdotto in modo forzoso nell’agenda politica italiana ed indicato quale futuro capo del governo (profezia avveratasi). C’è qualcosa che effettivamente non quadra. In Grecia Papademos, in Italia Monti, qualcosa in comune ce l’hanno, sono uomini oggettivamente provenienti dal mondo della banche, della finanza, dell’establishment europeo.
Un fatto quindi è certo, il governo del nostro paese è stato determinato ed influenzato pesantemente dai “poteri forti”.
Questa si chiama sospensione della democrazia, poiché, come tutti sanno, i governi sono in carica in ragione di un mandato del popolo. Dunque tutti (e dico tutti) stiamo assecondando una sospensione temporanea del potere democratico che abdica nei confronti dei “tecnici” e (forse?!) delle banche, dei mercati, della finanza europea (franco-tedesca).
Detto questo e detto anche che il costituito, interamente tecnico, Governo Monti va sostenuto solo ed esclusivamente considerata la particolare condizione di emergenza in cui versa il nostro paese e  solo ed esclusivamente per il periodo necessario a consentire l’attuazione delle misure “consigliate” dalla Banca centrale Europea, qualche riflessione strettamente politica va fatta.
 Lo spettacolo di quei pochi imbecilli per strada che inveivano contro il Cavaliere mi ha colpito molto, mi ha colpito soprattutto la rappresentazione distorta che gli organi di informazione hanno dato, facendo passare il messaggio che l’Italia festeggiava per la caduta del Cavaliere, il nostro paese è ben altro e poi questi signori spalleggiati dal Di Pietro inneggiavano a cosa? Al commissariamento della democrazia, alla consegna del potere in mano a persone rispettabilissime, di altissimo profilo, ma che non hanno il benché minimo rapporto con gli elettori. Lega Nord, recuperi un rapporto politico con l’Udc e magari anche con Fli e si riproponga agli elettori con una classe politica nuova frutto di selezione seria sul territorio.

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