martedì 27 novembre 2012

"Forestiere" di Dora Di Corrado


Andare all’estero, vivere all’estero è l’esperienza da cui principalmente i giovani studenti sono attratti. Conoscere una nuova lingua, una nuova realtà, imparare a rapportarsi con persone di nazionalità differente, imparare a conoscere se stessi: sono questi gli obiettivi che si pongono i progetti di scambio culturale. Essi, a livello mondiale, si presentano come il miglior investimento che un ragazzo possa fare per la propria formazione culturale. Difatti, il soggiorno in un paese straniero con i rispettivi usi e costumi, porta il candidato a confrontarsi con una realtà che non gli appartiene ed è a lui totalmente estranea. “Ho imparato a cavarmela da solo” afferma Mattia Caio, studente del Liceo Scientifico V. Vecchi di Trani “mi ha sempre affascinato l’idea di andare  a studiare all’estero”. Mattia è stato scelto per un annuale in Finlandia, ospitato da una famiglia locale, e racconta, a distanza di qualche mese, di come la sua esperienza l’abbia aiutato nel concepire un nuovo concetto di mondo. Seppur all’inizio la comunicazione abbia trovato i suoi ostacoli per via della lingua sconosciuta, l’entusiasmo di vivere un’esperienza, che segna fortemente la propria persona, ha permesso di andare oltre la difficoltà linguistica, di adattarsi e di cominciare ad apprendere. “La scuola è totalmente diversa” sostiene Mattia “gli insegnanti sono più pacati e indulgenti. Ogni ora dura 45 minuti e ne seguono altri 15 di buco durante i quali ci si perde in chiacchiere fra i corridoi mentre si cambia classe”. Questo dinamismo scolastico permette l’interazione fra più studenti e quindi più rapporto umano: la socializzazione diventa fondamentale per “sopravvivere”. Chi risiede all’estero per una notevole quantità di tempo, può sentirsi nostalgico della propria patria ma le amicizie strette sul posto sono di grande sostegno. Nulla è in confronto al lasciare i compagni di questa avventura, non sapendo se ci si rivedrà mai o meno, e a proposito Mattia aggiunge: “Il ritorno in Italia è stato triste ma volevo tornare per rivedere la mia famiglia e i miei amici. Chiaramente, ho ancora contatti con i miei Finlandesi”. Oggi il nostro “forestiere” ritiene di essere un ragazzo con la mentalità decisamente più che aperta perché esperienze così coinvolgenti e fuori dai soliti schemi non fanno altro che contribuire sia al bagaglio culturale di colui che entra a contatto con le abitudini e le tradizioni del paese ospitante, imparandone la lingua e condividendone gli stili di vita, sia a quella rete di rapporti umani che vengono inevitabilmente a crearsi in un contesto difficilmente replicabile. È un’esperienza quindi altamente educativa e formativa che aiuti lo studente, il ragazzo a crescere, a responsabilizzarsi e ad aumentare la sicurezza in se stessi.

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